L’ansia celata nelle scritture accurate dei bambini nei primi anni dell’iter scolastico

Ci sono delle parole che ci tranquillizzano: dire ”ansia”, per esempio, significa per tutti un nodo alla gola, un sudorino freddo, magari anche una difficoltà a fare. E’, insomma, emozione che appare comune tra noi adulti e ben codificata nel suo senso comune. [ ….. ]

Qualche sicurezza si può incrinare se pensiamo questa emozione di apprensiva attesa riferita a bambini delle prime classi elementari. Chi segue, anche con sola -e sana- curiosità i massmedia, non potrà non aver rilevato la presenza di titoli sempre più inquieti per gli avvertimenti dati dagli specialisti intorno a disturbi di tipo ansioso che interessano bambini sempre più piccoli.

Segnalazioni allarmistiche? Se si mettono in relazione alle prescrizioni di Prozac o del Ritalin, ci ritroviamo all’interno della problematica di una eccessiva medicalizzazione che va ad allargarsi ad un pubblico sempre più vasto; e in età sempre più precoce[ ….. ]: in tre decenni i fenomeni che riguardano questi disturbi dell’umore sono quadruplicati, interessando ormai il 10% dei soli bambini in età pre-puberale. [ ….. ]

Tanti sono gli studiosi (a cominciare da Caffo del Telefono Azzurro) che sollecitano interventi precoci per arginare il pericolo di ritrovarci adulti sempre più depressi. Ci dicono che bisogna rintracciare dei segnali che avvertano dell’agitazione ansiosa prima dei 14 anni, meglio ancora prima dei 10 anni, per sostenere personalità definite “a rischio”.

Sembra quasi una sfida per noi grafologi, dell’età evolutiva in particolare, che dei “segnali di allarme” abbiamo fatto uno dei nostri punti forti. [ ….. ]

Senza perciò entrare negli aspetti patologici che non ci appartengono, voglio puntare la nostra attenzione su tre aspetti generali dell’ansia che è facile riscontrare nei preadolescenti:

ansia generalizzata [ ….. ]

ansia di separazione [ ….. ]

ansia sociale [ ….. ]

C’è poi quella che per gli adulti chiamiamo ansia di prestazione e la colleghiamo ad uno dei termini oggi più diffusi quali stress: ma come non riconoscere i tanti mal di testa dei nostri piccoli quali sintomi di disagio legati alla tensione (si parla sempre più infatti di mal di testa tensivi per i bambini delle elementari) causata dai troppi impegni da affrontare. Alcuni dati: ne soffre 1 bambino su 4 tra i 5-14 anni. Complessivamente si tratta di un 25% che sta rapidamente salendo. A preoccuparci è anche il fatto che il 36% dei mal di testa viene trattato con ansiolitici. [ ….. ]

Più che cercare il segno proprio dell’ansia (e questo senza certo trascurare l’importanza di una presenza forte di lettere addossate o di stagni di inchiostro, così come dei tratti ripassati e/o dei tremolii) ritengo più proficuo partire dai vari tipi di ansia cui ho cercato di dare dei “nomi”, per giungere a definire quadri segnici rilevanti per intensità e frequenza (sia nelle scrittura che nei disegni) all’interno dei quali  sapremo utilizzare l’esperienza di tanti studiosi. [ ….. ]

Poiché, per prassi di vita, non riesco a rilevare senza proporre, questo tentativo di sistematizzazione potrebbe portare ad individuare quale tipo di azione (pedagogica) possa essere più appropriata.

Riuscire perciò ad identificare la sindrome prevalente vorrà allora dire coadiuvare un progetto di sostegno che punti a rilassare sottolineando le qualità (ansia generalizzata); a favorire l’autonomia (ansia di separazione); a dare fiducia incoraggiando con piccoli incarichi (timidezza), a graduare le difficoltà limitando confronti eccessivamente competitivi (ansia di prestazione). [ ….. ]

Per avviare il discorso di analisi grafologica, propongo i tre specimen di questo bambino presi nell’arco di due anni scolastici (seconda e terza): oltre ad essere un esempio di ansia generalizzata, rappresenta con evidenza l’estrema reattività dei sistemi di vigilanza che vanno in tilt non appena ci siano sollecitazioni dall’ambiente (magari la nascita di un terzo altro fratello).

Ansia-01

Anna Rita Guaitoli (Dalla relazione presente negli atti del Convegno di Bologna “L’apprendimento della scrittura. Risvolti pedagogici, psicologici e grafologici, 2007)