Il corpo è segno

L’anoressia in particolare, e i disturbi del comportamento alimentare nel loro complesso, sono ormai considerati come una vera malattia sociale. Sono disturbi che sfuggono ad una visione unilaterale e si presentano come malattia multiforme per la quale si parla di comorbidità e  si richiedono interventi integrati.

I dati sono allarmanti sia per la entità del fenomeno (in Italia si parla di 2-3 milioni di casi), con la sua diffusione in ogni classe sociale; sia per la percentuale di morte (è la prima causa di morte psichiatrica); sia per l’estensione a fasce di età sempre più ampie: ancora predominante in fase adolescenziale, si sta allargando ad età mature e, soprattutto, appare in età prepubere.

Ecco allora l’urgenza, avvertita da vari specialisti, di “capire i segnali” nel loro sorgere per poter costruire poi quell’intervento precoce che sembra essere l’unico a garantire il successo dei trattamenti.

 

Il luogo

C’è una struttura pubblica che cura, in modo pressoché unico in Italia, l’anoressia.

“Non ci si sente a casa dove si vive, ma dove si è compresi”, ha scritto una ragazza, Silvia, in un biglietto che si trova nella sala di un grande, antico, palazzo di Todi.

E’ proprio a Palazzo Francisci che un gruppo di specialisti guidati dalla psichiatra Laura della Ragione ha intrapreso, ormai dal 2003, un progetto di cura che parte proprio dalla volontà di offrire una casa […].

 

La ipotesi della ricerca

Certo: non esiste il segno che rivela il problema. Così come non esiste la scrittura dell’anoressia. Sono da tempo comparsi studi[1] che hanno attestato la presenza di sindromi grafiche capaci di cogliere alcuni tratti specifici dei disturbi in questione: volontà di controllo, per esempio; ma anche perfezionismo, ansia, difficoltà a gestire le emozioni.

Purtroppo sono, queste, tematiche che è facile riscontrare in grande parte delle scritture adolescenziali[2].

Ho allora cercato di lavorare su più prove grafiche analizzabili nella specifica morfologia del segno (livello grafico, livello formale) i cui elementi potessero trovare convergenze di indici (intratest, intertest) e, nell’interagire, permettessero di cogliere significati importanti del messaggio grafico.

Premesse metodologiche

La permanenza dei ricoverati nella casa di Todi dura tre mesi, con moduli di ripresa. Non sempre, pertanto, date anche le condizioni di salute, il tempo era sufficiente per completare il protocollo intero.

I dati sono stati analizzati statisticamente sia all’interno delle singole prove, sia all’interno del protocollo completo. Nell’ambito di un articolo ho ritenuto opportuno presentare solo i dati relativi ai casi esaminati nel loro complesso.

Mi riferirò, dunque, a 47 casi. Di questi solo 3 sono maschi.

L’età prevalente va dai 14 ai 29 anni (89,4%); solo due soggetti hanno oltre i trenta anni (4,2%) e 3 si trovano sotto i 14 (6,4%) […]

Anna Rita Guaitoli – Dall’articolo pubblicato nella rivista  “La Graphologie “, n. 276

 


1) Tra quelli apparsi su”La Graphologie”: M de Noblens, B. Golse, “L’anorexie mentale de l’adolescent”, n. 188; C. Devaux, “Psycologie des conduites de dèpendence à l’adolescennce”, n. 219; M. Basquin, M. Dubois, “ L’adolescent et son corp”, n. 232

2) A.R. Guaitoli, A. Orlandi, Ascoltare il segno. Per un dialogo silenzioso con la scrittura dell’adolescente, Roma, Borla, 1999