Compagni di banco

L’impervio percorso che porta, lungo il corso della vita intera, allo sviluppo dell’identità personale attraversa necessariamente – secondo la visione, ottimistica ma non semplicistica, di Erikson- la crisi di identità propria dell’adolescenza […].

L’importanza delle relazioni per la costituzione della personalità, in una visione dinamica, è indubbia. […] Oggi, poi, è venuto a indebolirsi, grazie, in particolare, alle continue scoperte della neurobiologia, il determinismo implicito nell’importanza esclusiva assegnata, per lo sviluppo psichico, alle prime esperienze con gli adulti. Senza annullare il peso del vissuto, la certezza scientifica di una grande plasticità cerebrale […] ha di fatto rafforzato l’importanza di tutte le relazioni […].

Qui, […] cerchiamo di focalizzare l’attenzione verso un particolare “altro”: il compagno di banco.

Cominciamo a visualizzare il banco come il più piccolo degli ambienti possibili: diventa così un territorio in cui si realizza una particolare relazione diadica, […] che potrà essere o di opposizione, o di imitazione, o di adattamento. […]

Comunque, il processo alla base di tutti i “rapporti di banco” è l’identificazione, che, a partire da Freud, costituisce la chiave di volta nella formazione di un individuo: prima i genitori, poi nella fase di socializzazione, e soprattutto dell’adolescenza, i nuovi incontri, vengono fatti oggetto del proprio investimento libidinale. […].

Il “banco” è più che mai, allora, spazio simbolico in cui, sulla base della scelta spesso senza spiegazioni, si realizza un particolare sistema di comunicazione. […].

E, per noi, ovviamente, il mezzo per indagare queste relazioni silenziose sarà la scrittura. Il gesto in movimento lasciato sulla carta a parlare dell’individuo nella sua complessità […] è, ancora una volta, espressione privilegiata della comunicazione non verbale. […]

Nella prima area identificata per ipotesi di lavoro, è prevalente una dimensione di opposizione in cui hanno gioco, sulla stessa base di un sentimento di insufficienza, problematiche di dominanza e dipendenza. […]

In questo caso, chi ha scelto l’altro per esprimere un atteggiamento di dominanza, ha operato una scelta narcisistica che dovrebbe riuscire a compensare ferite di base: la scelta espressiva prevalente sarà una grafia con forte accentuazione della zona dell’Io, accompagnata da un cattivo movimento che riporta la difficoltà di contenimento delle pulsioni.

L’altro, che ha scelto chi lo domina per negare i propri problemi, magari proiettando le aspirazioni su chi gli appare forte, dimostrerà nella fragilità della costruzione la difficoltà a compensare. […]

 La coppia A (Fig. 1a, 1b), due ragazze di terza media, è davvero esemplificativa dell’ipotesi di base.

compagni 1

Fig. 1a) La grafia di A1 sembra voler prendere tutto e tutti. Il suo esibizionismo non è solo grafico e tenta (qui gonfiandosi, anellandosi, crescendo) palese compensazione di gravi ferite. […]

compagni 2

Fig. 1b) A2 presenta una struttura grafica, e narcisistica, assai più permeabile: il tratto pastoso, in questo contesto segnato da disarmonie, da fluttuazioni, con troppe addossate ed ovalizzate, è ulteriore segno di fragilità e, appunto, di influenzabilità.

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Anna Rita Guaitoli (Dall’articolo pubblicato sulla Rivista “Grafologia e sue applicazioni”, n.15, 2001)