Avevo accennato al valore della cartolina. Ovunque ci siano bambini e ragazzi, gli educatori (ma anche amministrazioni attente alla crescita) lo sanno. E molti hanno avviato progetti, troppi per ricordarli tutti: ma tutti, oltre a quelli qui citati, sono andati a costituire il tesoro della speranza che custodisco con cura.
Segnalato dall’ANSA il 25 aprile di quest’anno, per esempio, è il progetto di una scuola primaria di Napoli, che, in un’epoca dominata da messaggi veloci e comunicazioni digitali, ha deciso di riportare in vita un’abitudine quasi dimenticata: scrivere lettere a mano. I bambini, coinvolti in tutte le fasi del processo, hanno scelto parole, comprato francobolli, imbucate le letterine inviate… a se stessi. E così, sono stati spinti a conoscere altro valore oggi dimenticato: l’attesa.
Alcune maestre/i hanno ideato invece una “cassetta della posta” in classe: e vi hanno trovato messaggi anche rivolti a loro.
È stata poi l’amministrazione di Trento a creare nel 2021 il progetto rivolto alla scuola primaria con l’invito di esprimere su cartoline (imbucando in una apposita “cassetta della posta Family”) le proprie opinioni per lo sviluppo di una città più sostenibile.
Progetti anche per “ragazzi speciali”: come quello voluto dal fumettista pratese, David Ceccarelli, rivolto agli ospiti del presidio riabilitativo di Stella Maris a Marina di Pisa: per raccontare di Pisa, e di loro.
Pure gli adulti si rimettono in gioco: almeno un accenno alle “merlettaie di Foggia” che hanno partecipato alla Mail art 2025, usando cartoline disegnate con qualsiasi tecnica che la creatività personale suggerisse.
Importanti tutti, i progetti: purché si riprenda in mano carta e penna, nella consapevolezza del valore della parola scritta che potenzia la comunicazione. Anzi, la magia di una comunicazione che non si vada ad esaurire nell’attimo offerto da w.a.
Vi saluto, augurandovi buone vacanze, con una cartolina di Gustav Klimt spedita durante il suo viaggio in Italia del 1903. In quella scrittura grande, spigolosa, veloce, UNICA, c’è la comunicazione dell’intensità, della veemenza, della ricerca, del bisogno di imporsi, dell’inquietudine dell’artista.
Anna Rita Guaitoli